“Via dalla rete, vengano qui a dircelo” afferma un Bersani infervorato al comizio di apertura della Festa nazionale del PD. Si rivolge a quanti nelle ultime settimane hanno riservato a lui stesso ed al suo partito frasi “fasciste” del tipo “siete degli zombi, “vi seppelliremo vivi” etc.
Il “Vengano qui a dircelo, non ci impressionano” di Bersani ricorda un po’ certi linguaggi da rissa all’incrocio. Qualcosa del tipo “scendi dalla macchina se hai coraggio”, frasi che tutti, prima o poi, abbiamo sentito pronunciare, in genere dal bullo del quartiere per futili questioni di mancata precedenza.
Bersani pensa probabilmente che il web sia una sorta di area protetta per i pensieri più indecenti e propone uno scontro in campo aperto. Come talvolta gli capita quando parla di simili argomenti, sbaglia contesto, modi e bersaglio. Grillo e Di Pietro, autori non citati delle frasi indecenti contro il PD, non sono anonime creature di Internet: usano il web, in maniera più o meno elegante, esattamente come utilizzano altri media. Eppure Bersani mai si sognerebbe di proporre a Di Pietro di “venire fuori dai giornali” o di “venire fuori dalla TV”. Per evidenti ragioni.
I linguaggi fascisti non sono una pecularità del web, come il segretario del PD vorrebbe farci credere, ma sono patrimonio (per dire) individuale delle persone che li esprimono. Il luogo in cui questo avviene non ha grande importanza pratica.
“Fascisti del web” è una categoria che risiede nella testa dal buon Pierluigi, il quale non perde occasione per farci capire quanto lui comprenda poco la rete e sia invece innamorato di una politica delle piazze, delle fabbriche e delle botteghe molto oscure che ormai non esiste più. Per molti potenziali elettori del PD una vera delusione.
