Connected Communities, la nuova arma dell’UE per combattere il digital divide italiano. Sapremo usarla?
C’è un particolare periodo dell’anno, solitamente a maggio, in cui chiunque si occupi di digitale in Italia si sente un po’ più demotivato. Cammina ammutolito per le strade, chiedendosi almeno per un secondo se tanti sforzi siano risultati ancora una volta vani, in un ecosistema vecchio che non vuole evolvere.
Succede quando la Commissione Europea pubblica l’annuale Scoreboard sui progressi fatti dai singoli stati membri per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. Tra un report e l’altro l’Agenda Digitale italiana non fa mezzo passo in avanti, mentre anche nei blog degli esperti della rete, si continua con una certa miopia da fazione a contrapporre la necessità di alfabetizzazione ed evangelizzazione digitale allo sviluppo di servizi migliori.
L’Italia notoriamente non se la passa molto bene sia per quanto riguarda i goal socio-economici (percentuale di uso delle nuove tecnologie, competenze digitali minime per l’occupazione ecc.) sia sotto l’aspetto infrastrutturale. Bisogna “fare da sé” insomma, sviluppando progetti autonomi come Go On Italia (non a caso ispirato dal lavoro fatto in UK dall’ex Digital Champion Martha Lane Fox) ed approfittando di opportunità europee come “Connected Communities”.
Il promo traguardo da raggiungere consisteva nel permettere ad ogni cittadino dell’Unione di usufruire di un servizio a banda larga entro il 2013. Sulla carta in Italia ciò è possibile nel 99% dei casi, in pratica sono tantissime le zone dichiarate “coperte” in cui è impossibile stipulare un contratto a causa delle reti sature e antiquate o dove i 2 Mbps sono un miraggio.
La vera sfida tuttavia è ormai rappresentata dalla disponibilitàdi reti di nuova generazione, che permettano una velocità superiore ai 30 Mbps. Qui la situazione si fa buia, basti pensare che la velocità media delle connessioni italiche non raggiunge i 5 Mbps e che, ad esclusione di pochissime città e di un unico operatore, tutte le pubblicità sulla fibra che sentiamo alla tv offrono “internet veloce fino a 30 Mbps”. Secondo l’Agenda Digitale Europea in 6 anni dovremmo riuscire ad offrire più di 30 Mbps al 100% della popolazione, e 50 Mbps al 50%. Come siamo messi? Non ci sono parole da aggiungere a questo grafico:
Voglia di andare in Grecia o Bulgaria? – La cosa preoccupante – mi dicono da DG Connect in Commissione Europea – è che la mappa di copertura italiana – 30 Mbps che ci viene fornita è tutta bianca (tranne poche città), e non si capisce quale siano i piani di sviluppo della stessa.
Ecco perché Connected Communities è un’arma importantissima […]