“Vogliamo la banda larga! Ce lo chiedono i nostri giovani!” Così titolava il giornale locale, ormai 5 anni fa, parlando del digital divide che affliggeva la zona pedemontana in cui vivo. Rilessi il titolo un paio di volte e sentii crescere una rabbia propositiva, una foga stanca dello status quo, giusta per decidere di provare con tutto me stesso a fare qualcosa. No, la banda larga non era un giochetto, un capriccio ludico richiesto “dai nostri giovani” come faceva intendere l’articolo.
DAL MECCANICO ALL’AGRICOLTORE: INSIEME CONTRO IL DIGITAL DIVIDE
Qualche mese più tardi, connesso il mio paesino al mondo, il primo contratto venne sottoscritto da un meccanico sessantenne. Mi disse: “Stavo per spostare l’officina in un altra zona, poiché qui, senza connessione, trasmettere i dati a motorizzazione e enti trasporti era un inferno”. Nei mesi successivi incontrai agricoltori che avevano iniziato a vendere il loro prodotto bio su internet, agenti che avevano smesso di utilizzare cataloghi cartacei sincronizzandoli online, commercianti che con skype e mail finalmente potevano vedere e scegliere prodotti specifici e fornitori senza spostarsi, perfino nonnine che avevano visto per la prima volta la nipotina neonata in Australia.
No, Internet non lo chiedevano solo i giovani, lo pretendevano, e lo pretendono, tutte le persone che volessero affrontare il cambiamento nei più disparati settori, per non venire spazzati via e anzi poter migliorare velocemente.
In Europa lo sanno bene, il peso di Internet e dell’Economia Digitale nello scacchiere continentale è ben evidente osservando la composizione della Commissione Europea: due commissari, tra cui uno dei “Super Vice-Presidenti” che coordina l’attività dei colleghi. Insomma, alla pari di lavoro, crescita, competitività, budget, foreign policy, ed energia, l’Agenda Digitale è una pedina chiave.
DG Connect è una sorta di “ministero europeo” che si occupa di questo tema, e proprio lì ho avuto la possibilità, nei mesi da Young Advisor, di captare diverse preoccupazioni sull’Italia Digitale. Ciò che turbava di più i funzionari non era la presenza di alcune zone totalmente digital divise (collegabili in velocità con soluzioni fixed wireless e pochi progetti co-finanziati) quanto la totale assenza di piani concreti per la banda ultra larga, per il vero futuro. “La cosa più assurda è vedere la mappa dei piani di copertura in fibra. L’Italia è una gigantesca cartina immacolata con qualche spruzzo di colore in pochi capoluoghi. Sono solo aree bianche”.
ciao, stai seguendo il progetto “Ermes”? hai qualche novità in merito? va avanti o solo parole?