Oggi in tutte le edicole del nordest, con tantissimi giornali locali (elenco) esce Nordest Economia. Ci sono anch’io con una bella pagina, ma soprattutto ci sono le storie di Dainese e Donadon, le analisi di Micelli, le industrie e gli artigiani del triveneto alle prese con la digitalizzazione, la banda larga e la Mini Maker Faire.
Insomma, uno spaccato di quell’innovazione vera che abbiamo anche sotto casa e spesso non vediamo. Mi fa davvero piacere poter essere in questo numero!
Ok ci sono anche io, ma soprattutto ci sono le PMI e gli artigiani digitali, ci sono Stefano Micelli e Riccardo Donadon,…
Pubblicato da Federico Morello su Martedì 19 gennaio 2016
L’inserto esce oggi, 19 Gennaio, con:
- Il Messaggero Veneto
- Il Piccolo
- La Tribuna di Treviso
- La Nuova di Venezia e di Mestre
- Il Mattino di Padova
- Il Corriere delle Alpi
- Trentino
- Alto Adige
EDIT: Ecco l’articolo
L’HARRY POTTER DEL “WIRELESS”? STREGA LE AZIENDE
di PAOLO MOSANGHINI
Per lui era come vivere fuori dal mondo. Isolato a Lestans, in provincia di Pordenone. Scollegato, sconnesso. Senza neppure la possibilità di accedere al tablet o allo smartphone, come un qualsiasi ragazzino che nel tempo libero si diletta con i videogiochi. Quella di darsi per vinto non è una sua caratteristica. E così a 15 anni, con la faccia un po’ da genietto stile Harry Potter un po’ da primo della classe, ha cominciato a scrivere ai politici per dare la sveglia e mettersi al passo con i tempi che corrono. Una lettera, due lettere, alcune con risposta, altre cestinate.
Una vera professione
Ma quello che era il suo obiettivo di quindicenne è diventato pochi anni dopo un vero e proprio lavoro: il digital coach per le pubbliche amministrazioni prima (continuando a studiare al liceo Marinelli di Udine) e per le piccole e medie imprese poi. Un lavoro “inventato”, certo, ma ricercato dalle une e dalle altre per ottimizzare la digitalizzazione aziendale e renderla redditizia e funzionale al percorso industriale. Un’idea ghiotta per le imprese. Federico Morello adesso di anni ne ha 20 e tanta voglia di raccontare come si possono raggiungere le mete con una buona dose di tenacia, ma anche con la conoscenza, lo studio, la voglia di imparare e poi di insegnare. «A Lestans e nella Pedemontana pordenonese – racconta il ventenne di Lestans – mancava qualsiasi concessione per la banda larga. Avevo 14 anni, i miei amici riuscivano a vedere i video su Youtube, io per scaricarmene uno dovevo aspettare mezza giornata. Così cominciai a scrivere e mandai una lettera al sindaco di Sequals, il mio comune, mi rispose, ma ebbi in generale molte promesse prima di ottenere risultati. Presi contatti con Antidigitaldivide, pensando di unire la protesta alla proposta». E il cammino iniziò.
Luoghi dimenticati
Le lettere continuarono e pian piano sbocciò il resto. A poco più di 15 anni si mise a contattare tutti i provider, ad approfondire la tecnologia wireless, a studiare come portare la banda larga nei luoghi dimenticati. «Mi resi conto che chi poteva avere la volontà di intervenire, cioè i Comuni, non aveva le soluzioni, e chi, invece, aveva soluzioni puntava sulla densità abitativa dei territori. Ma così le zone artigianali-industriali non erano coperte», racconta l’ex studente del liceo Marinelli di Udine. Immaginò di poter costruire un ponte tra i due “argini”; insomma, fece sul serio. «Quando mi presentavo non dicevo di avere 15 anni, lo facevo successivamente. Pensai a progetti di alcuni mesi da indirizzare alla pubblica amministrazione»; e poi raccolse i frutti. Ancora lettere. Due provider risposero e a fine 2009 cominciò la prima “consulenza incrociata”, fino ad arrivare all’aprile del 2010 quando furono installati i Bts della ditta Ngi, allora un ramo della British Telecom. Spesa: 10 mila euro da parte del Comune di Sequals per accelerare le operazioni e accorciare i tempi. Lui adesso si propone su un sito internet e si presenta così, sintetizzando il suo originale percorso: «Diciannove anni più uno, mi occupo di innovazione, banda larga e agenda digitale. A 13 anni ho deciso di risolvere il digital divide nella zona in cui vivo. A quattordici sono diventato responsabile regionale di un’associazione nazionale e ce l’ho fatta ideando un progetto di copertura wireless. Da allora continuo a portare internet dove non c’è coordinando soggetti pubblici e privati con consulenze tecniche e territoriali. Sono un “digital life coach” per aziende e pubbliche amministrazioni. Curo la digitalizzazione, la comunicazione e il marketing, l’ideazione di nuovi prodotti e servizi, per assicurare a qualsiasi organizzazione la gestione integrata, funzionale ed efficiente della vita digitale». E, aggiungiamo altri titoli, è stato nominato Alfiere della Repubblica dall’ex presidente Giorgio Napolitano; e Neelie Kroes, già vicepresidente della Commissione Europea, lo ha scelto come Young Advisor per l’Agenda Digitale Europea. L’Italia l’ha girata da Nord a Sud e da Est a Ovest per portare le sue idee.
Organizzazione aziendale
«Ma le aziende non hanno know how, per questo ora mi occupo di digitalizzazione di impresa, di inserire il digitale all’interno dei processi organizzativi aziendali. Il settore delle pmi italiane è indietro su questo tema, manca una programmazione, che va fatta prima di aggredire i mercati, ma adesso stiamo notando che anche all’interno delle aziende il “modus operandi” sta cambiando», illustra il piccolo “genio” della nuova digitalizzazione. La sua passione è diventata una professione: propone strategie organiche nella digitalizzazione per ottimizzare i processi produttivi.È riuscito a spendersi come una figura strategica ed essenziale per le aziende che vogliono guardare al futuro e rendere operative le idee. Ha portato la sua “digital-vision” a decine e decine di meeting, come quello tenutosi a Roma davanti a cinquemila studenti. «Sto lavorando a un altro progetto dirompente», annuncia. Comincia l’attesa. La curiosità è tanta. Chissà a quale puntata ci porterà l’avventura del maghetto del digitale? paolomosanghini ©RIPRODUZIONE RISERVATA