Alfiere della Repubblica Italiana
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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mi ha nominato Alfiere il 1 Giugno 2012 per i miei meriti nella lotta al digital divide e nella creazione di progetti per la banda larga.
L’Attestato d’Onore per le benemerenze acquisite nel campo
della cultura, della scienza, dell’arte, dello sport e del volontariato “Alfiere della Repubblica”, è la più alta benemerenza giovanile.
Viene conferito dal Presidente della Repubblica Italiana su proposta del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, sentita un’ apposita Commissione Valutativa, al fine di mettere in luce eccezionali benemerenze nel campo dello studio, della cultura, della scienza, dell’arte, dello sport nonché del volontariato e con singoli atti ispirati ad altruismo e solidarietà che possano proporre modelli di comportamento positivi delle nuove generazioni.
https://www.quirinale.it/page/alfiere
La Cerimonia di consegna
Il ricevimento al Quirinale
Sono ai Giardini del Quirinale. Dietro i controlli di sicurezza. Passano tanti volti noti, sono l’Italia che comanda. Alcuni sono noti anche alle cronache giudiziarie purtroppo. Qualche sottosegretario dimissionato. Qualche ex capo della Rai cacciato. Penso: povero presidente che gli tocca passare la festa della Repubblica anche con gente così. Per fortuna che ci sono i bambini. I suoi Alfieri. Non i corazzieri. E nemmeno i cavalieri della Repubblica. Ma gli alfieri proprio. I giovani italiani di cui andare fieri. Alle 1730 li ha premiati nella Sala della Pendola, una piccola saletta al primo piano del Quirinale dove c’è appunto una pendola. Questa storia degli Alfieri è una sua innovazione. Dirà il presidente, felice e quasi commosso, dopo aver premiato questa pattuglia di ragazzini: “Complimenti alle vostre famiglie che vi hanno permesso di fare quello che avete fatto. Siete la prova che nella vita non bisogna attendere di diventare vecchi o molto adulti per fare cose belle e importanti”. Anzi, ho aggiunto in cuor mio. Spesso sono gli adulti a fare le cose peggiori no?
Le storie degli Alfieri di questa tornata sono bellissime, roba da prima pagina: tre bambini che hanno salvato la vita a una sciatrice mentre tanti adulti non se l’erano sentita di soccorrerla; un direttore d’orchestra di 12 anni che suona per coetanei con problemi fisici; una immigrata che ha dimostrato con i suoi atti l’importanza della integrazione nel rispetto delle diverse culture. E poi Federico, Federico Morello. L’Alfiere della banda larga. Lo conosco da un anno e mezzo Federico ma mi sembra anche di più per il rapporto che è nato fra noi. Era un lettore di Wired, il giornale di innovazione che dirigevo, e ogni tanto sulla mia bacheca di Facebook mi postava aggiornamenti sulle battaglie per portare la banda larga nella sua regione: Friuli Anti Digital Divide era il progetto che aveva lanciato. La sua storia era iniziata nel 2008, quando aveva appena 13 anni e aveva iniziato a scrivere lettere al sindaco del suo paesino, Sequals, tremila anime, per chiedere la banda larga. Aveva continuato a scrivere per due anni, sempre più impaziente, e il sindaco aveva continuato a replicare sempre più spazientito. Finchè un giorno… Continua a leggere su Repubblica.it…