Perché soluzioni disastrose non sono la risposta a problemi reali.
L’Italia nell’innovazione e il digitale è due o tre giri indietro. Doppiata più e più volte, in queste settimane stanno cercando di farla tornare indietro. Proprio per questo, insieme a tanti amici ex-ADD (Anti Digital Divide), ho deciso di supportare alla campagna #SalviamoilWeb.
Visitate il sito, informatevi e firmate la nostra petizione!
Webtax
Il problema è reale: in sostanza qualsiasi bene digitale (musica, film, opere digitali ma soprattutto servizi) che venga venduto in un’altra nazione viene tassato secondo il regime fiscale della nazione in cui viene “generato” il download, e non secondo quello del territorio in cui l’acquisto viene ultimato. Tutto ciò è possibile a causa di un “bug” nei trattati europei e sono d’accordo con chi denuncia questa pratica come un problema e concorrenza sleale. Il punto è che si tratta di un problema di dimensione europea, dovuto a mancanze nelle regolamentazioni europee e da affrontare in sede europea.
La soluzione italiana invece è devastante per il web italiano e comporta solo controindicazioni per utenti e imprese web. La webtax obbliga gli utenti ad acquistare servizi, opere e beni solo da chi detiene una Partita Iva italiana. Tutto questo nella pratica comporterebbe:
- l’impossibilità immediata di accedere a servizi online erogati dall’estero (musica, film, video, iTunes, ebook internazionali, Amazon, app per smartphone, piattaforme e sistemi di advertising, servizi di hosting, temi, plugin per siti web e molto altro) fino a quando il soggetto che vende tali servizi non si doterà di Partita Iva (P.I) italiana.
- l’aumento dei prezzi dei beni digitali venduti dalle società che apriranno la P.I;
- l‘aumento dei prezzi dei beni digitali venduti dalle società italiane che si vedranno catapultate in un regime di monopolio in seguito alla messa fuori legge di alternative estere meno costose e più performanti (se non possiamo più scegliere servizi di hosting californiani o irlandesi, le società italiane come Aruba potranno aumentare i prezzi con i vari cartelli senza possibilità di avere alternative legalmente. Inoltre usate, ad esempio, Wunderlist? Bene, dopo la webtax non potrete in quanto soggetto tedesco che fattura verso clienti italiani);
- l’ulteriore slittamento dell’arrivo in Italia di nuovi servizi. Immaginate domattina nasca a Londra o a Berlino una nuova Instagram che vende un servizio X. Ebbene non potrete accedervi fino a quando questa non deciderà di aprire una P.I italiana semmai tale azienda decidesse di farlo. Dubito le aziende siano disposte ad affrontare la burocrazia italiana per approdare nel piccolo mercato italiano. Semplicemente non potremo acquistare il 99% dei servizi online;
- l’aperta violazione dei trattati europei di libero scambio e la conseguente apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. Il problema va trattato in Europa proprio per questo motivo. Si sta obbligando il consumatore e le aziende italiane ad acquistare solo beni venduti da aziende italiane presenti sul territorio italiano!
- l’aperta violazione della direttiva 98/34/EC che stabilisce ” una procedura che obbliga gli Stati membri a notificare i progetti delle regolamentazioni tecniche relative ai prodotti e, quanto prima possibile, ai servizi della società dell’informazione, alla Commissione e agli altri Stati membri prima che queste siano adottate nelle legislazioni nazionali. Tale procedura si propone di garantire trasparenza e controllo su queste regolamentazioni. Poiché queste ultime potrebbero dare origine a barriere ingiustificate tra i diversi Stati membri, la loro notifica in fase di progetto e il successivo esame con conseguente valutazione del contenuto contribuiscono a diminuire tale rischio. “
- una grande figuraccia mondiale (all’estero questa norma ci sta facendo rimpiangere i tempi del Bunga Bunga) http://www.forbes.com/sites/timworstall/2013/12/14/italy-passes-the-illegal-google-tax/
- la totale mancanza di credibilità. L’Italia va a rilento, si presenta un piano di azione come Destinazione Italia per attrarre nuovi investimenti e servizi dall’estero e poi contestualmente si propone questa sorta di dogana medievale in un mondo, quello di internet, che per propria natura è senza confini. E tutto questo proprio mentre la Commissione sta cercando di abbattere i confini geografici digitali abbattendo il costo del roaming e le autorizzazioni nazionali per i provider.
Gli stessi che quando visitano i nostri acceleratori leggono sul foglietto “Oggi Continua